Perché si chiama La Casa di Carta?
In attesa dello spin-off dedicato a Berlino, ecco svelata una curiosità sulla serie. Sapete perché si chiama La Casa di Carta?
di Marianna Somma / 16.10.2023
Vi siete mai chiesti perché si chiama così La Casa di Carta? In lingua originale la fortunata serie TV spagnola si chiama La Casa de Papel e nel nostro Paese, contrariamente a quanto spesso accade con altri prodotti audiovisivi, il titolo è stato tradotto letteralmente e non è stato adattato. Ecco perché, sin dalla prima stagione, numerosi fan si sono iniziati a chiedere perché la suddetta serie cult porti questo nome.
Il titolo deriva dalla location della prima e della seconda stagione, ovvero la Zecca di Stato Spagnola. Per cui, la Casa di Carta altro non è che il luogo dove si producono le banconote, in questo caso.
Secondo alcuni critici, però, il titolo sarebbe anche una metafora e quindi un chiaro riferimento ai ‘castelli di carta’, poiché tutti i piani, ingegnosamente creati dal Professore, si concludono sempre diversamente e mai nel modo pianificato e le certezze crollano di fronte alla realtà dei fatti, appunto come fragili castelli di carta.
Curiosità su La Casa di Carta
Sapevate che la serie TV, in patria, ovvero in Spagna, inizialmente è stata un flop? Effettivamente, La casa de Papel fu trasmessa, inizialmente, sulla rete Antena 3 (produttrice anche di fiction come Il Segreto e Senza Identità) e fu cancellata dopo la prima deludente stagione. Netflix recuperò la serie ed il resto è storia.
Dell’episodio pilota esistono ben 52 versioni diverse. Secondo delle indiscrezioni, i registi sono persone maniacali e, pur di far approvare il loro prodotto, pensarono e ripensarono a diversi svolgimenti del primo episodio. Inoltre, nell’idea iniziale, tutti i protagonisti dovevano essere malati terminali e quindi il loro colpo sarebbe stato, in un certo senso, ‘capito’ (un po’ come accade in Breaking Bad). Invece solo il personaggio di Berlino conservò questa caratteristica.
Uno degli elementi che i fan hanno subito notato dell’amato personaggio chiamato Il Professore è il suo tic di portarsi continuamente gli occhiali agli occhi. Non si tratta di una parte scritta nel copione, bensì di una caratteristica reale di Álvaro Morte, poiché l’attore, non usando gli occhiali nel suo quotidiano, li trovava particolarmente scomodi da indossare.
Per il look di Tokyo il costumista si è ispirato al personaggio interpretato da Natalie Portman nel film Léon, ovvero Mathilda. La somiglianza infatti è impressionante.
La storia, inoltre, è tratta da diversi crimini che hanno avuto luogo realmente. Per esempio, nel 2006 ci fu una rapina in Argentina dove una banda di 6 persone, guidate da una mente chiamata El maestro, mise a punto un colpo di 15 milioni di dollari. In Brasile, invece, per fuggire da una banca dopo un grosso furto, i rapinatori lanciarono in strada banconote come diversivo per animare la folla e scappare indisturbati: questa è diventata una scena iconica del serial spagnolo.