Poster Club Zero di Jessica Hausner

Club Zero (2023)

Club Zero
Locandina Club Zero
Club Zero è un film del 2023 prodotto in Austria e UK, di genere Thriller e Drammatico diretto da Jessica Hausner. Il film dura circa 110 minuti. Il cast include Mia Wasikowska, Sidse Babett Knudsen, Amir El-Masry, Elsa Zylberstein, Mathieu Demy, Ksenia Devriendt, Luke Barker, Florence Baker, Samuel D Anderson, Gwen Currant. In Italia, esce al cinema giovedì 9 Novembre 2023 distribuito da Academy Two.

La signorina Novak si unisce al corpo docente di un collegio internazionale per insegnare alimentazione consapevole. Il suo corso si basa sul principio innovativo che mangiare meno sia salutare. Il suo metodo purifica il corpo e aiuta a salvare il pianeta. Gli altri insegnanti sono lenti ad accorgersi di quello che sta succedendo e quando i genitori distratti cominciano a farlo, il Club Zero è ormai diventato una realtà.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 9 Novembre 2023
Uscita in Italia: 9 Novembre 2023 al Cinema
Genere: Thriller, Drammatico
Nazione: Austria, UK, Germania, Francia, Danimarca, Qatar - 2023
Durata: 110 minuti
Formato: Colore
Produzione: Coop99 filmproduktion, Coproduction Office
Distribuzione: Academy Two

Cast e personaggi

Regia: Jessica Hausner
Sceneggiatura: Jessica Hausner, Geraldine Bajard
Musiche: Markus Binder
Fotografia: Martin Gschlacht
Scenografia: Beck Rainford
Montaggio: Karina Ressler
Costumi: Tanja Hausner

Cast Artistico e Ruoli:



Casting: Lucy Pardee | Trucco e acconciature: Heiko Schmidt, Kerstin Gaecklein | Fonico: Patrick Veigel | Sound Designer: Erik Mischijew | Re-recoderding Mixer: Tobias Fleig.

Immagini

[Schermo Intero]

Nore di Regia – Jessica Hausner

LA RELAZIONE INSEGNANTE-STUDENTE-GENITORE
Club Zero indaga il comportamento di genitori che affidano la responsabilità nei confronti dei loro figli a un’insegnante che abusa di questa fiducia. Ms Novak manipola i ragazzi e li allontana dai genitori. Quando questi decidono di intervenire per salvarli, è già troppo tardi e sono costretti a vivere l’incubo più spaventoso per qualsiasi genitore: perdere un figlio. Club Zero affronta questa paura e si chiede, “Come possono i genitori controllare i figli quando semplicemente non hanno abbastanza tempo da dedicare loro?”
Questo problema non è del singolo individuo ma di una società intera. I genitori non sono a conoscenza di tutto quello che succede in una scuola e non avrebbero comunque il tempo per comprenderlo. Viviamo in una società meritocratica che ci costringe a lavorare sempre di più e questo mi fa pensare che il fallimento dei genitori sia un problema sistemico.
Club Zero è ambientato in un collegio, scelta che serve a sottolineare quanto i genitori dipendano dagli insegnanti. Nella nostra società il lavoro dell’insegnante è spesso mal pagato e non ne è riconosciuta l’importanza mentre dovrebbe essere un lavoro molto rispettato e ben remunerato. I genitori dovrebbero affidarsi completamente agli insegnanti o dovrebbero assumersi più responsabilità? E come è possibile farlo, in una società basata sul lavoro e sul successo? Mi interessava capire come la nostra società assegni tali responsabilità. Come dice la signorina Dorset, la preside del collegio nel film: “I genitori non hanno tempo per i loro figli e quindi spetta a noi dar loro tutte le attenzioni e l’affetto di cui hanno bisogno.”

GIOVENTÙ, IDEOLOGIA E MANIPOLAZIONE
I giovani d’oggi hanno paura per il loro futuro. Si battono per il loro futuro. Vogliono agire, assumersi responsabilità, avere potere sulle loro vite e fare la differenza. Vogliono trovare un significato per la loro vita. Vogliono salvare il pianeta e in questo modo salvare il loro futuro. Si rivolgono alla politica, a volte aderendo a gruppi radicali. Non vogliono aspettare che sia troppo tardi. Posso comprendere tutto questo e ho una profonda simpatia per questa generazione.
In Club Zero, la signorina Novak approfitta delle paure e della voglia dei ragazzi di fare la differenza e piega queste paure e questi desideri alla sua ideologia. È davvero convinta di salvarli e pensa che insieme, insegnante e studenti, possano andare lontano. È proprio questo ciò che la rende così convincente e così pericolosa; le sue convinzioni soddisfano il desiderio dei ragazzi di cambiare il mondo e accrescono la pericolosa tendenza verso i disturbi dell’alimentazione già presenti in alcuni di loro.
Ho frequentato una scuola femminile cattolica negli anni ’80 e l’idea di mangiare poco andava per la maggiore, era una specie di gara fra di noi. Masticavamo solo gomme senza zucchero ed eravamo disgustate da una ragazza che mangiasse un panino con la frittata per pranzo. In realtà, la ammiravamo segretamente perché non le importava di quello che pensavamo. Era una dinamica interessante. Faceva tutto parte del gioco di appartenere a un gruppo e definire determinate regole da rispettare. Questa dinamica è presente anche in Club Zero.
Ben, per esempio, è il ragazzo che mangerebbe il panino con la frittata ma il suo desiderio di appartenenza è troppo forte e così si unisce al gruppo. Esiste una mentalità di branco da cui è difficile svincolarsi.
Mentre frequentavo quella scuola una mia amica diventò anoressica ed era obbligata a trascorrere diverse settimane in ospedale. La sua vicenda mi fece capire quanto questo disturbo potesse essere pericoloso e di quanto fosse difficile decidere di smettere e ricominciare a mangiare normalmente.
Il rifiuto del cibo è anche un modo per punire chi ti è vicino. Per i genitori è estremamente doloroso vedere un figlio che respinge il cibo. È un rifiuto che si traduce in una rinuncia a vivere ed è fondamentale domandarsi da che cosa ha origine. Quando ho scritto Club Zero stavo pensando agli scioperi della fame. Il rifiuto del cibo è anche una forma politica di sciopero, una forma estrema di resistenza passiva verso i genitori o verso la società.

FEDE, DIGIUNO E RELIGIONE
Il controllo del cibo ha sempre fatto parte della religione, perché penso che il digiuno provochi euforia che provoca a suo volta uno stato di estasi spirituale. La quantità di cibo ingerito può modificare le tue idee. Inoltre, controllare il consumo di cibo ci fa credere di poter controllare il nostro corpo e di avere più potere, di essere “speciali”.
L’atto di mangiare è molto personale ma al tempo stesso molto sociale. Immaginiamo di incontrare degli amici a cena e di non mangiare. Questo può farli sentire a disagio, può irritarli perché metti in dubbio il loro modo di vivere. Tutti crediamo in qualcosa, nessuno è libero da superstizioni. Ciascuno di noi appartiene a un gruppo che ha determinati principi o regole. Abbiamo bisogno di capire quanto sono relative le nostre convinzioni per capire come la signorina Novak e i ragazzi siano convinti delle loro. La loro “religione del cibo” è un esempio di fede assoluta.

FAVOLE E ARCHETIPI
Le favole tradizionali hanno lo scopo di aiutare i bambini (e gli adulti) ad acquisire una bussola morale, a imparare a distinguere fra giusto e sbagliato. In Club Zero la signorina Novak e i ragazzi mettono in discussione quello che tutti noi riteniamo sia giusto. Hanno una loro verità.
Una grande ispirazione per me è stata la favola “Il pifferaio magico”, in cui alla fine tutti i bambini muoiono. Tutti tranne uno, che quel giorno era malato e non poté unirsi agli altri bambini. Mi sono ispirata anche alle favole russe che contengono una morale molto diversa da quella delle favole europee e spesso sono i malviventi e i criminali i veri eroi della storia.
L’uso delle favole come ispirazione mi aiuta anche a rimanere più distante e a poter avere un punto di vista più generale: allo stesso modo, nel film, i dettagli psicologici o sociali vengono spinti sullo sfondo per raccontare una storia più universale. I personaggi raffigurano archetipi piuttosto che individui. L’estetica dà enfasi all’aspetto universale della storia: l’ambientazione, i vestiti, le uniformi scolastiche non sono riconducibili a nulla di reale, non sappiamo esattamente quando o dove la storia abbia luogo. L’inglese come lingua universale dei college e del cinema.
Nella nostre esistenze sono presenti varie forme di paradosso. Osservate da un’altra prospettiva, più distaccata, molte delle cose in cui crediamo e che facciamo sembrano davvero ridicole, assurde o inutili. Nei miei film, cerco sempre di trovare una prospettiva distaccata, distante, per riflettere su questo concetto. La storia di Club Zero viene raccontata con lo stesso tipo di punto di vista: l’esagerazione portata all’assurdità mi offre la possibilità di un approccio più leggero ai temi più seri e più cupi del film.

Eventi

• Presentato Fuori Concorso ad Alice nella città 2023.
• Film entrato a far parte della shortlist per gli European Film Award.

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