Le mie ragazze di carta (2023)
Le mie ragazze di cartaLe mie ragazze di carta racconta, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.
Siamo alla fine degli anni 70, nel trevigiano, in un periodo in cui la rapida espansione delle città investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 13 Luglio 2023Uscita in Italia: 13 Luglio 2023
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2023
Durata: 96 minuti
Formato: Colore
Produzione: 302 Original Content, Pepito Produzioni, con Rai Cinema, Regione del Veneto (con il contributo di), Veneto Film Commission (con il supporto di)
Distribuzione: Adler Entertainment
Soggetto:
Soggetto di Mauro Spinelli e Luca Lucini.
Cast e personaggi
Regia: Luca LuciniSceneggiatura: Mauro Spinelli, Luca Lucini, Ilaria Storti, Marta Storti
Musiche: Nicola Piovani
Fotografia: Luan Amelio Ujkaj
Scenografia: Silvio Di Monaco
Montaggio: Carlotta Cristiani, Matteo Mossi
Costumi: Diamante Cavalli
Cast Artistico e Ruoli:
Maya Sansa
Anna
Andrea Pennacchi
Primo
Alvise Marascalchi
Tiberio
Cristiano Caccamo
Claudio
Raffaella Di Caprio
Milly D'Italia
Alessandro Bressanello
Alcide
Christian Mancin
Giacomo
Marta Guerrini
Marika
Giuseppe Zeno
Bastiano
Neri Marcorè
Don Marcello
Produttori:
Mirco Da Lio (Produttore delegato per Pepito Produzioni), Giacomo Centola (Produttore esecutivo per Pepito Produzioni), Giuseppe Saccà (Produttore per 302 Original Content), Stefano Basso (Produttore per 302 Original Content), Agostino Saccà (Produttore per Pepito Produzioni)
Suono: Roberto Sestito (A.I.T.S.).
Immagini
Note di Regia – Luca Lucini
Premessa: “Questa è una sceneggiatura a cui sono particolarmente legato, la prima storia che sento veramente “mia” da quando ho iniziato questa bellissima e stimolante esperienza nel cinema.
Ormai più di 20 anni fa diressi il cortometraggio “il sorriso di Diana” parte del progetto “Sei come sei”, un lungometraggio sperimentale distribuito dall’istituto Luce; quel cortometraggio era ideato e sceneggiato da un personaggio curioso, un cuoco di Treviso con una cultura molto vasta che aveva una passione per la scrittura, era la storia di un ragnetto che si innamorava di una donna, la metafora poetica e geniale di tutti gli amori impossibili.
Quel cortometraggio prodotto da Cattleya ha avuto grande successo, vincendo molti premi in tutto il mondo anche in festival molto importanti (fu presentato proprio a Berlino nel film “Sei come sei”), ed è grazie a quel corto e alla sensibilità di Mauro Spinelli che di fatto oggi sono un regista di cinema. Qualche tempo dopo gli feci leggere una storia scritta da me, una storia vera del mio passato, la storia di un cinema davanti a casa nel quale ad un tratto non potevo più entrare, senza capire il perché.
Mauro scrisse la sceneggiatura di quel breve racconto, una sceneggiatura che spostando la storia da Milano a Treviso e con l’inserimento dell’epopea della famiglia Bottacin dalla campagna alla “metropoli” divenne piena di significato e di poesia.
La sceneggiatura vinse il premio Solinas (Premio Benvenuti per la Commedia) nel 2007. Ho sempre considerato questo film per me importantissimo, e per diverso tempo non mi sono sentito in grado di affrontare il progetto, sono contento di aver aspettato, di aver accumulato esperienza importante per poter gestire un film molto più complesso di quanto possa sembrare.
Note: “Credo che il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza, capire che nel mondo non ci sono solo pallone da calcio e soldatini, iniziare a vedere le compagne di classe sotto una luce molto diversa, svegliarsi con delle strane sensazioni sotto le coperte, insomma perdere l’innocenza, sia per noi maschietti un periodo memorabile, e si lega a delle sensazioni fortissime che allo stesso tempo, nel ricordo, si trasformano in tenere e poetiche.
In un paese cattolico come il nostro, nei primi anni ’80, nella laboriosa provincia del nord italiano, la storia della perdita di innocenza ed ingenuità dei nostri due protagonisti si mescola quasi in simbiosi con i tratti di un paese intero che allo stesso modo non sarà più lo stesso, una perdita di innocenza diversa, ma forse anch’essa inevitabile.
La parabola del cinema che, per evitare il fallimento, è costretto a “modernizzarsi” è metafora – e forse involontaria premessa – di un qualcosa che verrà.
Il protagonista che si innamora con sana innocenza e con vero slancio romantico della pornostar è un omaggio ai sentimenti puri, all’incanto, alla passione per la vita e forse anche all’amore per il cinema (lo è sicuramente l’epilogo in cui Tiberio per la prima volta fa l’amore con l’innamoratissima Marika proprio in quel luogo prima sacro e poi profano).
Ora che lo vedo realizzato credo sia un film puro, sincero, pieno di vita, in cui ci si affeziona all’epopea della nostra famiglia neo piccolo-borghese, alla sua ingenuità, ai suoi credo così convinti e così ormai desueti e soprattutto al percorso di crescita così poetico e innocente di Tiberio. Un film che ha grandi interpretazioni e attori perfettamente in parte, dove si ride e ci si commuove, dove chi ha una certa età ricorderà forse con un po’ di nostalgia e chi è giovane e giovanissimo scoprirà un mondo e un modo di crescere e di avvicinarsi al sesso ormai quasi inconcepibile.
Questo credo sia anche un grande valore culturale di questo progetto, la possibilità di ridare dignità e romanticismo alla scoperta del sesso, un passaggio per i giovanissimi che oggi è fin troppo immediato e scontato, quasi mai collegato veramente all’amore; in questo senso l’innamoramento così improbabile di Tiberio per Milly d’Italia penso possa dare un nuovo punto di vista e un modo diverso di concepire un passaggio così importante della vita.
Insomma per dirla alla Spinelli: “E’ per vedere le cose più belle che spesso chiudiamo gli occhi.”
dal pressbook del film
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