Great Expectations, scena da trailer serie Disney Plus
Great Expectations, scena da trailer serie Disney Plus

Great Expectations, recensione della miniserie ispirata al romanzo di Charles Dickens


Il celebre romanzo 'Grandi speranze' di Charles Dickens torna sul piccolo schermo con un nuovo adattamento in sei episodi, che con parecchie modifiche cerca di dare una nuova impronta alla storia, esaltando soprattutto l'aspetto gotico e cupo della vicenda.
Voto: 5/10

Great Expectations è una delle nuove uscite estive proposte al pubblico italiano da Disney+, che fa arrivare nel nostro Paese questa miniserie, ultimo (in ordine di tempo) adattamento dell’omonimo romanzo di Charles Dickens, da noi intitolato Grandi Speranze.
Riassumiamo in breve la storia: Pip è un giovane ragazzo che, dopo la morte dei genitori, vive insieme alla sua severa e violenta sorella maggiore e al marito di lei, di professione fabbro, mestiere a cui sembra destinato lo stesso Pip. Alcuni incontri, però, si riveleranno determinanti nel cambiare il corso della vita del ragazzo: una sera, la vigilia di Natale, Pip si imbatte in un uomo appena evaso dal carcere, Magwitch, che lo obbliga ad aiutarlo a fuggire dal villaggio.
Poco dopo, a Pip viene rivolta un’offerta potenzialmente remunerativa per lui e la sua famiglia: Miss Havisham, una ricca ed eccentrica signora che risiede in una magione ampia ma dall’aria decadente, ha una figlia adottiva di nome Estella, ed è in cerca di un ragazzo che faccia loro compagnia. Pip comincia così a frequentare regolarmente quella casa, dove suo malgrado rimane affascinato da Estella e per lei vorrebbe diventare un gentiluomo.
Trascorsi alcuni anni, quando il protagonista è sulla soglia dell’età adulta, viene raggiunto da un avvocato londinese, Jaggers, il quale gli rivela l’esistenza di una somma che un misterioso benefattore ha dichiarato di voler destinare a Pip; il ragazzo è così incoraggiato a trasferirsi a Londra, con l’ambizione di fare strada nel mondo degli affari e assicurarsi un futuro anche nella vita di Estella. L’apprendistato londinese (e la sperata ascesa sociale) sarà però ricco di insidie, delusioni e rivelazioni inaspettate.

I precedenti adattamenti del romanzo tra grande e piccolo schermo

Grandi speranze è uno dei capisaldi della letteratura inglese e non solo, uno dei più popolari classici di era vittoriana, tredicesimo romanzo di Charles Dickens, inizialmente pubblicato a puntate fra il 1860 e il 1861. Oltre ad essere il racconto di formazione del suo protagonista Pip, contiene anche echi autobiografici del suo autore ed è inoltre un ritratto del sistema di classe nell’Inghilterra dell’epoca.
Come molte altre opere dickensiane, anche Grandi speranze ha già avuto una moltitudine di adattamenti, per il grande e il piccolo schermo, oltre che per il palcoscenico: la più nota versione cinematografica è quella diretta da David Lean nel 1946, vincitrice di due Oscar, ma citiamo anche una miniserie televisiva per Disney Channel (1989) che vedeva nel cast Anthony Hopkins, e anche il film Paradiso perduto, trasposizione della storia in chiave moderna, ambientata nella New York degli anni ’90, interpretata da Ethan Hawke, Gwyneth Paltrow e Robert De Niro, per la regia di Alfonso Cuaròn. Più di recente, invece, si annoverano una miniserie per la tv nel 2011, con Douglas Booth e Gillian Anderson, e l’anno successivo il film diretto da Mike Newell, che annoverava nel cast Jeremy Irvine, Ralph Fiennes e Helena Bonham Carter.

Una rilettura in chiave più gotica e audace

Questa versione di Great expectations che sta per debuttare nel nostro Paese su Disney+ è frutto di una collaborazione tra BBC e FX, seconda di una prevista trilogia (iniziata con un adattamento di A Christmas Carol nel 2019) a firma di Steven Knight, sceneggiatore e regista fra i più attivi e richiesti sia dal cinema che dalla tv (tra le sue opere ricordiamo i film Locke, Allied-Un’ ombra nascosta e Spencer, e le serie Peaky Blinders, Taboo e See); sicuramente anche questo adattamento dickensiano deve molto alla sua precedente produzione televisiva, per quanto riguarda tono, atmosfere e la scrittura di caratteri e situazioni.

Laurie Ogden come Biddy, Fionn Whitehead come Pip in Great Expectations 1x06 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]
Laurie Ogden come Biddy, Fionn Whitehead come Pip in Great Expectations 1x06 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]

Si tratta di una miniserie che, seppur mantenendo la collocazione temporale del romanzo, offre comunque un twist più moderno a storia e personaggi, oltre alla scelta di un cast multietnico, come ormai è sempre più frequente con l’obiettivo di una maggiore inclusività attoriale. A dire il vero la serie ha già suscitato parecchie critiche e proteste al momento della messa in onda specialmente in Gran Bretagna, con i telespettatori che hanno lamentato soprattutto i numerosi cambiamenti apportati dalla sceneggiatura rispetto al libro (compreso il finale) oltre ad alcune scene ritenute troppo spinte, o dialoghi definiti eccessivamente contemporanei.

Shalom Brune-Franklin come Estella, Ashley Thomas come Jaggers in Great Expectations 1x06 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]
Shalom Brune-Franklin come Estella, Ashley Thomas come Jaggers in Great Expectations 1x06 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]

Il problema principale è semmai che, in mezzo a tutte queste modifiche, quello che manca nella storia è un cuore pulsante, quello che permetta di generare una sincera e necessaria empatia nei confronti dei personaggi, e così di appassionarsi fino in fondo alle loro peripezie. Se gli autori (e anche una fetta di pubblico) hanno difeso questa versione, sostenendo che in fondo se Dickens fosse vissuto al giorno d’oggi, forse è così che lui stesso avrebbe potuto scriverla, il risultato però è una sceneggiatura non abbastanza robusta e compatta, che non trova sempre il giusto equilibrio nella gestione della sua struttura narrativa; la miniserie è composta da sei episodi, ciascuno della durata di una cinquantina di minuti, quindi ci sarebbe il giusto tempo e spazio da dedicare alla storia, che invece risulta un po’ dispersiva. Questo si ripercuote anche sul contributo degli attori, forse non abbastanza valorizzati: Fionn Whitehead (visto in Dunkirk e nel recentissimo Emily) che interpreta Pip, ha il giusto aspetto per il ruolo e se la cava in maniera soddisfacente, ma i personaggi che lo circondano sono a volte più sagome che caratteri delineati a tutto tondo; ad esempio il premio Oscar Olivia Colman, il volto più noto del cast, interpreta qui Miss Havisham, la donna abbandonata all’altare e che quindi, da allora, indossa sempre il suo vestito da sposa, figura dunque già di per sé scenografica ma qui, in versione dedita agli oppiacei, rischia di restare un personaggio sopra le righe. Altri, come l’ambiguo avvocato Jaggers (interpretato dall’attore e rapper Ashley Thomas -Bashy) possiedono un loro fascino e carisma, anche se in modo un po’ stereotipato.

Olivia Colman come Miss Havisham, Tom Sweet come Young Pip in Great Expectations 1x02 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]
Olivia Colman come Miss Havisham, Tom Sweet come Young Pip in Great Expectations 1x02 [credit: Miya Mizuno/FX; Copyright 2023, FX Networks. All Rights Reserved; courtesy of Disney]

Visivamente la serie Great expectations esalta e accentua l’aspetto gotico della storia, nei colori lividi che accomunano le paludi dense di fango e le strade londinesi, tra l’acqua densa e cupa del porto e quella del fiume che scorre sotto i ponti, così come le case antiche e le stanze fiocamente illuminate.
In tutto questo, però, ciò che va a perdere forza è anche il contesto storico e sociale, chiaramente presente, con gli accenni al colonialismo britannico, alle gerarchie di rango, ma arrivano in maniera un po’ smorzata.

Great Expectations è dunque un adattamento che sta fra tradizione e rinnovamento, ma che cercando di infondere nuova linfa al materiale di partenza non riesce a trovare una chiave del tutto soddisfacente e a soddisfare, così, le grandi aspettative.

Valutazione di Matilde Capozio: 5 su 10
Great ExpectationsGreat Expectations (stagione 1)
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