Romanzo Famigliare (2018)
Romanzo FamigliareU na stanza dove per la confusione sembra esplosa una bomba. Sul letto dorme Emma Liegi, trentadue anni ma ne potrebbe avere venticinque, incurante della sveglia. Il volume si fa insostenibile quando si fa largo, saltellando nel campo minato di vestiti, Micol Pagnotta, che di anni ne ha sedici ma dall'aria assennata ne potrebbe avere ventitré. Sembrano coinquiline, universitarie, amiche. Magari sorelle, ma non madre e figlia. Non solo per l'età, così contigua, ma anche i ruoli sembrano invertiti. Solo l'amore è quello di sempre. – Dammi un bacio, si protende la mamma assonnata e scapigliata. – Prima lavati, risponde l'adolescenza in persona. Inizia così Romanzo Famigliare. Una storia di madri, figlie, gravidanze. Quella inaspettata e travolgente di Micol, giovanissima clarinettista che resta incinta del suo giovane insegnante, Federico. E quella di Emma, che fu madre a sedici anni e che col crescere della pancia di sua figlia diventerà madre adulta, finalmente capofamiglia. Un percorso inverso a quello che, quindici anni prima, l'aveva allontanata da Livorno e dalla sua famiglia, portandola a scappare da un padre potente e autoritario, Gian Pietro Liegi, per rifugiarsi nell'amore di Agostino Pagnotta, allora allievo dell'Accademia Navale e oggi Tenente di Vascello. È per lui che, ad ogni rientro dalle missioni per mare, madre e figlia iniziano "le grandi manovre", ovvero l'opera titanica di trasformare il loro quotidiano disordine nel nido domestico che Agostino agogna. Quindici anni in giro per l'Italia, micro famiglia incasinata e compatta, nessun contatto con Gian Pietro e la sua nuova moglie, Natalia (che fu baby sitter di Emma). E poi, improvviso, il trasferimento da Roma proprio a Livorno, città di Gian Pietro e della famiglia Liegi. Caso o no, il destino gioca scherzi strani, proprio quando Gian Pietro cerca di riavvicinarsi alla figlia scappata di casa incinta, ecco che Emma torna, e stavolta ad avere una figlia incinta è lei. Ma Gian Pietro deve fare i conti anche con altro, una malattia degenerativa, una società con gravi problemi finanziari. Una gravidanza al quadrato, dove i genitori (presto nonni) ne hanno poco più di trenta. Tutto può accadere a trent'anni, anche rincontrare Giorgio, il ragazzo di cui Emma credeva di essere innamorata e che, tecnicamente, potrebbe essere il vero padre di Micol, anche desiderare di ricominciare da capo, anche dover affrontare la malattia di un padre che credevi immortale. Nemesi, destino, disegno divino. Lo si può chiamare in tanti modi. Ivan, compagno di banco di Micol, sordo dalla nascita, alzerebbe medio ed indice a V, isserebbe il mignolo, chiuderebbe la mano a pugno. Nel linguaggio dei segni vuol dire VITA.
INFO TECNICHE
Titolo Italiano: Romanzo FamigliareTitolo Originale: Romanzo Famigliare
Genere: Drammatico
Stagioni: 1 - Episodi: 12 (durata media 50 minuti)
Nazionalità: Italia | 2018
Produzione: Rai Fiction, Wildside
Stagioni e Episodi
Stagioni - Episodi | Prima Visione Assoluta | Prima Visione Italia |
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Stagione 1 Episodi 12 | lunedì 8 Gennaio 2018 su Rai 1 |
Cast e personaggi
Regia: Francesca ArchibugiSceneggiatura: Francesca Archibugi, Elena Bucaccio
Cast Artistico e Ruoli:
Produttori: Lorenzo Mieli (Produttore), Mario Gianani (Produttore), Alessandra Ottaviani (Produttore), Daniela Troncelliti (Produttore), Guido De Laurentiis (Produttore)
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NOTE DI REGIA – Francesca Archibugi
È stato molto bello poter fare questo lavoro per la televisione, pensato per un pubblico televisivo, eterogeneo. Immaginare una narrazione più popolare, sforzarsi di essere per tutti senza rinunciare alla complessità della natura umana. Prima ancora che di regìa, è stato un grande sforzo di progettazione e di scrittura. Con l'eccitazione, l'umiltà e anche la sbruffoneria di quando si fa per la prima volta una cosa nuova. Imparare un metodo, una tecnica, vedere tante serie tv, vecchie, contemporanee, tirarsi giù le scalette delle più belle, copiare, e poi fare di testa propria. Andare anche a rileggersi i grandi narratori che scrivevano a puntate, come Balzac, Dickens, Tolstoj, ma non per pretenzioso cervellotismo, al contrario, per ricercare alla fonte una narrativa che è soprattutto popolare. Scrivevano tutti per l'appendice di una rivista, i feuilleton, anche se poi chissà perché è divenuto un dispregiativo. Due anni di scrittura. Sapevamo dove saremmo arrivati, avevamo il finale ben chiaro, ma nel lungo tragitto di dodici episodi ci siamo fatti guidare dai personaggi, li abbiamo lasciati vivere secondo le loro caratteristiche psichiche e umane. Altrettanto complessa è stata la progettazione dell'impianto visivo. Volevo che tutto fosse romanzesco, ma vero, per questo ho voluto inserire il mondo della Marina Militare, che con le sue regole, le divise, le navi, i piazzali, le albe in caserma e i tramonti sul mare, richiamasse allo spettatore quello che c'è di arcaico in ciascuno di noi. Era necessaria una città antica e moderna come Livorno, i cantieri navali, Villa Liegi, Mosè il pitone, ogni elemento scelto con attenzione per ricreare un tono narrativo classico, quasi ottocentesco, per poi fargli battere dentro, all'impazzata, un cuore contemporaneo. E così con l'immagine e il suono, la luce, la musica, la recitazione, ho cercato di emulsionare verità e forma. Spero di esserci riuscita. Spero di aver dato una vita vera a questi personaggi: in questo lungo passo narrativo li ho tanto amati, quanto i loro entusiasti, generosissimi interpreti.