Alien: Covenant, Recensione del film
Col capitolo 'Covenant' di Alien, Ridley Scott ritorna dietro la macchina da presa con al ferma volontà di spiegare le origini dell'alieno xenomorfo più famoso del cinema ma cade in errori elementari.
di redazione / 07.05.2017 Voto: 5/10
Dopo un flop come Prometheus le aspettative su Covenant erano molto alte. I trailer lasciavano ben presagire ma ormai sembra quasi essere una prassi: il trailer accattivante presenta un film mediocre. E questo secondo capitolo dei prequel di Alien ne è l'amara conferma. Scott ritorna dietro la macchina da presa con al ferma volontà di spiegare le origini dell'alieno xenomorfo più famoso del cinema ma cade in errori elementari.
L'equipaggio della navicella colonizzatrice "Covenant" approda casualmente su un pianeta apparentemente accogliente per la razza umana. Insieme a loro c'è il droide Walter, un servizievole Fassbender, che aiuta il resto dell'equipaggio ad esplorare il pianeta. Ma nemmeno il tempo di mettere piede sulla terra che tutti si trovano sotto una terribile minaccia aliena. In loro soccorso c'è il vecchio droide David, interpretato sempre da Fassbender, già visto nel film precedente, unico superstite dello schianto della navicella Prometheus. Ma la minaccia aliena sembra essere incontrollabile e non tutto fila per il verso giusto.
Ridley Scott delude le aspettative dei fan presentato un film ancora più mediocre di Prometheus. Ai più potrà sembrare quasi un'impresa ma purtroppo è così. Se il primo prequel provava goffamente a risolvere l'enorme problema di scrittura con un film dal forte impatto visivo, in Covenant non accade nemmeno questo. La sceneggiatura è debole ed i dialoghi oscillano tra il no sense ed il surreale a causa di metafore e proverbi improvvisati e decisamente fuori luogo dal momento che estraniano completamente lo spettatore. L'alien xenomorfo appare pochissime volte e quando lo fa, la memoria non può non andare al primo Alien. Tante, troppe scene costruite in maniera ossessivamente analoga al primo film della saga. E la presenza di Katherine Waterston conciata come Ripley non aiuta certo a non far riflettere su queste similitudini.
Un film davvero deludente che non risolleva una saga che appariva già di suo abbastanza pretenziosa seppur intrigante. La cattiva gestione delle scelte stilistiche e diegetiche incide moltissimo su questa trilogia (o forse tetralogia) che sembra colare a picco.