Il piccolo principe
Il piccolo principe

Il piccolo principe, la recensione


'Il piccolo principe' è un film che tocca le corde più segrete dei cuori di spettatori un po' più adulti, che si commuovono davanti alla consapevolezza che non c'è niente di più importante che concedere ai bambini il lusso di essere essenzialmente questo: bambini.
Voto: 7/10

"Non si vede bene che col cuore; l'essenziale è invisibile agli occhi". Questa è una delle frasi più famose del libro Il piccolo principe di Antoine De Saint Exupery, una frase ereditata dalla cultura dei social network, che inglobano qualsiasi cosa, trasformandola poi in un tormentone al punto da rischiare di perdere di vista il significato principale della frase stessa. E forse è proprio per allontanarsi da questo rischio che il regista Mark Osborne (Kung Fu Panda) ha deciso di confrontarsi con una trasposizione letteraria che è tale solo in parte. Presentato prima al festival di Cannes e, mesi dopo, alla Festa del Cinema di Roma, Il piccolo principe è sì la trasposizione cinematografica dell'opera dell'autore francese, ma in qualche modo ne segna anche una sorta di sequel.

La trama ruota intorno ad una bambina che, nonostante la giovanissima età, vive intrappolata in una vita grigia e ordinata che la madre, donna in carriera e single, ha pianificato con un'attenzione che sa di morboso. Una vita, quindi, votata al dovere, in cui la ragazzina non ha tempo per le cose belle della vita, divertimenti, amici, spensieratezza. La sua vita subisce una svolta quando nella sua esistenza monotona entra il suo strampalato vicino di casa, un vecchio aviatore che passa il suo tempo a cercare di aggiustare il suo velivolo aereo. Da questa amicizia la bambina eredita un dono prezioso: la storia, cioè, di un piccolo principe caduto nel deserto come una stella cadente.

Il film di Mark Osborne è, proprio come il motto che apre questa recensione, una pellicola da vedere più con il cuore che con gli occhi. Il regista tesse le fila di una storia che percorre il proprio sentiero su binari paralleli. Da una parte c'è l'animazione in CGI del mondo grigio della bambina prodigio, in cui fa eccezione la casa del vicino, colorata e stravagante. Dall'altra, invece, c'è un poetico stop motion che riguarda la storyline dedicata al percorso del piccolo principe. Due mondi separati ma complementari, proprio come i due piccoli bambini; due facce di una stessa medaglia, quella dell'infanzia, vissuta però in modi e con preamboli diversi.

Il piccolo principe è un film che mira soprattutto all'immaginazione, alla potenza dei sogni, alla necessità di una fanciullezza allegra e spensierata, priva delle tensioni adulti; una riflessione, questa, che si sposa alla perfezione con l'attuale momento storico, in cui l'infanzia sembra essere ormai diventata un ostacolo da superare il più in fretta possibile. Ed è proprio in questa ricerca di magia, di innocenza, di libertà immaginativa che si deve ricercare il lato migliore della pellicola, quella scintilla che fa sognare chi è seduto in poltrona. Attenzione, però; non fatevi ingannare dall'animazione. Il film sarà godibile soprattutto per gli spettatori più adulti.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
Il Piccolo Principe (di M. Osborne)
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