Lo chiamavano Jeeg Robot, la recensione
Lo chiamavano Jeeg Robot è un film italiano su un supereroe. Già questa frase basta a far capire che è assolutamente un film da non perdere. Oltretutto è confezionato ed interpretato benissimo, con dei personaggi che rimangono impressi.
di Giorgia Tropiano / 20.10.2015 Voto: 8/10
Lo chiamavano Jeeg Robot è l'opera prima dell'attore e regista di due cortometraggi molto aprezzati Gabriele Mainetti. Protagonista della pellicola, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è Claudio Santamaria, nelle vesti di un vero supereroe, il primo all'interno del cinema italiano. Ad affiancarlo nella bizzarra avventura cinematografica Luca Marinelli che conferma il suo enorme talento in un ruolo assolutamente unico e l'esordiente Ilenia Pastorelli, concorrente dell'edizione numero dodici del Grande Fratello, per la prima volta sul grande schermo, oltretutto con un ruolo da protagonista.
Enzo (Claudio Santamaria) è un delinquente che vive alla giornata attraverso piccolo furti. Non ha amici, non ha famiglia, è un sociopatico che non ama rapportarsi con altre persone. A fargli compagnia ci sono i suoi porno e va avanti mangiando yogurt. La sua vita cambia completamente quando un giorno, fuggendo da un inseguimento della polizia, si butta nel Tevere ed entra in contatto con barili che contengono materiale tossico. Tornato nel suo solitario appartamento di Tor Bella Monaca, dopo aver passato una notte insonne e dolorosa, Enzo si sveglia scoprendosi dotato di poteri immensi. Questa scoperta e l'incontro con la pura e stravagante Alessia (Ilenia Pastorelli), cambieranno non solo la sua vita ma anche se stesso.
Questi sono i film che fanno bene al cinema italiano: nuovi, originali e inaspettati. Lo chiamavano Jeeg Robot è una ventata di aria fesca all'interno di un cinema sempre uguale, che non fa altro che girare su se stesso, per trovarsi poi sempre allo stesso punto. Un cinema che non sperimenta, che non azzarda, che non si prende dei rischi, perchè è solo così che possono venir fuori poi film che stupiscono, lanciandosi in qualcosa che potrebbe a primo impatto sembrare folle. Perchè se si legge la trama di questa pellicola, viene subito da domandarsi come può essere che un supereroe possa essere protagonista di un film che non sia hollywoodiano. Gabriele Mainetti ci dimostra che si può fare e anche bene.
Sono tanti i pregi del film, dalla scenografia scelta (Tor Bella Monaca è sicuramente un quartiere molto cinematografico in questo senso), alle musiche, fino alla regia e soprattutto la sceneggiatura. Oltretutto la pellicola ha sì aspetti divertenti, come ci si aspetta da una storia di questo tipo, ma ha anche scene molto forti, che non hanno paura di mostrare la violenza, così come è giusto che sia in un film con un supereroe che combatte la violenza e l'ingiustizia del mondo, al contrario di quello che fanno negli Stati Uniti, eccenzion fatta per Nolan. Sono tante le citazioni ed è evidente l'amore del regista per un certo cinema e per la cultura (pop)opolare. Due sono le cose che più di tutte rimangono dopo la visione: la scoperta di Ilenia Pastorelli, semplice ma efficace nel suo ruolo, ma soprattutto la conferma della straordinaria bravura di Luca Marinelli. Il suo personaggio, lo Zingaro, è un pò il Joker di Tor Bella Monaca, folle, violento ma con una sensibilità tutta femminile. Meraviglioso.