Sangue del mio sangue, la recensione


Sangue del mio sangue, film italiano in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è una pellicola confusionaria e poco riuscita. Inizia molto bene ma poi perde molto del suo fascino, diventando un film nel film senza alcun senso logico.
Voto: 5/10

Marco Bellocchio porta la sua nuova pellicola, Sangue del mio sangue, di nuovo in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia dopo Bella addormentata del 2012. Questa volta però non solo si cambia tematica ma anche collocazione storica, perchè gran parte del film è ambientato durante un imprecisato periodo storico del passato in cui Federico (Piergiorgio Bellocchio), un giovane cavaliere, cerca giustizia per suo fratello prete, sedotto da una giovane donna accusata ora di stregoneria. L'uomo inizialmente devoto alla sua causa di vendetta viene a sua volta attirato dalla ragazza e anch'esso si lascia sedurre e convincere a liberarla.

La pellicola, conclusa la storia di Federico, cambia improvvisamente collocazione temporale, protagonisti (anche se alcuni attori sono gli stessi ma in ruoli diversi) e registro narrativo; l'unica cosa che resta invariata è il luogo, un convento di Bobbio, città natale del regista. Così, come se ci fosse un vero e proprio film nel film, ora il protagonista diventa un vecchio conte (Roberto Herlitzka) il quale abita di nascosto all'interno dell'edificio ormai abbandonato, che vive solo di notte e ha caratteristiche che lo fanno sembrare un vampiro.

Sangue del mio sangue di Bellocchio parte bene, la storia è interessante, le immagini evocate sono molto poetiche e suggestive, aiutate anche da un accompagnamento musicale molto efficace.

Bellocchio è sicuramente un grande regista che riesce a dire molto anche solo attraverso un'immagine e riesce a rendere credibile anche una storia che sembrerebbe fuori luogo. Il problema principale arriva quando la pellicola inizia a raccontare la seconda storia, quella che si svolge nella modernità. Oltre ad essere completamente distante e non collegata alla storia precedente, è anche un racconto poco affascinante. Troviamo dialoghi brillanti e interessanti ma che hanno poco senso all'interno della narrazione, è tutto molto straniante e il fascino che il film aveva in precedenza viene a perdersi del tutto.

Oltretutto Bellocchio ci propone poi un finale che torna alla storia originale ma che non chiarisce nulla e lascia lo spettatore con molti dubbi. Il mistero non svelato è sicuramente una scelta specifica del regista, in quanto la scena finale è rappresentata in modo quasi onirico, resta il fatto che, in un film come Sangue del mio sangue, non è altro che un ennesimo tassello che crea confusione e indisposizione.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 5 su 10
Sangue del mio sangueVenezia 2015
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