Mission: Impossible Rogue Nation, la Recensione
Il film è scritto molto bene, con una trama lineare e intricata quanto basta per uno spy-action. Difficile però sclazare dal primo posto il primo Mission: Impossible.
di redazione / 04.08.2015 Voto: 7/10
Torna sul grande schermo la saga di "Mission: Impossible" con il nuovo quinto e adrenalinico capitolo, intitolato "Mission Impossible – Rogue Nation" e diretto dal famoso sceneggiatore premio Oscar Christopher McQuarrie, alla sua terza fatica da regista.
In questo film troviamo Ethan Hunt (Tom Cruise) che prova a smantellare un' organizzazione terroristica chiamata "Il Sindacato" che vuole distruggere l'IMF, l'organizzazione segreta americana comandata da William Brendt ( Jeremy Renner, protagonista dell'ultimo film su Jason Bourne), e creare un nuovo ordine mondiale attraverso una serie di attacchi terroristici. Tuttavia l'IMF troverà parecchie difficoltà a causa della CIA che non vede di buon occhio questo organo paramilitare ed Ethan sarà costretto ad indagare da solo fino a quando non conoscerà Ilsa Faust (Rebecca Ferguson). Starà ad Ethan capire fino a che punto può fidarsi di lei.
Mission Impossible – Rogue Nation è stato messo nelle mani di uno sceneggiatore esperto nel campo dello spy-action, tanto che la sua fama lo precede. Premio Oscar per la sceneggiatura nel 1996 con il capolavoro diretto da Bryan Singer "I Soliti Sospetti", sceneggiatore di buoni film di azione come "Operazione Valchiria", "The Tourist" e "Jack Reacher" nonchè regista de "Le vie della violenza".
Il film è scritto molto bene, con una trama lineare e intricata quanto basta per uno spy-action. La scena dell'inseguimento all'aereo, girata da Tom Cruise senza l'uso di controfigure per scelta dell'attore stesso, ci farà capire che il film sarà una bella iniezione di adrenalina. Sicuramente degna di nota la prova dell'attore britannico Simon Pegg, famoso per la Trilogia del Cornetto di Edgar Wright, che interpreta un ruolo che è un perfetto cocktail di intelligenza e comicità british. L'alternanza tra azione e pausa è pressoché perfetta tanto che queste due sono perfettamente incastrate tra loro facendo si che il film non risulti mai noioso o monotono. Le scene, seppur dal finale prevedibile, riescono a far stare lo spettatore col fiato sospeso tutto il tempo così come la trama stessa, sviluppata ottimamente e piena di colpi di scena. L'immagine e l'azione non vengono usati per coprire un assenza di trama o la pochezza di una storia banale, bensì la completano rendendo di fatto Mission: impossible – Rogue Nation uno dei migliori spy-action post 2000.
Difficile sclazare dal primo posto il primo Mission: Impossible, uno spy-action del tutto innovativo che lasciò di stucco moltissimi spettatori anche aiutato da una colonna sonora di culto, ma sicuramente questo quinto capitolo conferma, laddove ce ne fosse bisogno, che la saga vuole mantenere un livello qualitativo alto (escludendo il secondo capitolo di cui la parte migliore è il videoclip promozionale dei Metallica) e ad oggi ci sta riuscendo, creando di fatto uno dei miglior brand dello spy-action e dell'action movie in generale.