Suite francese, la recensione
Suite francese è una pellicola tratta dal romanzo di Irène Némirovsky pubblicato postumo nel 2004 e racconta un'appassionante storia d'amore tra un comandante tedesco e una giovane donna francese durante l'occupazione nazista. Un film semplice e delicato, diverso dalle solite pellicola sulla Seconda guerra mondiale.
di Giorgia Tropiano / 12.03.2015 Voto: 7/10
Suite francese è un film diretto da Saul Dibb (La Duchessa) e basato sull'omonimo romanzo di Irène Némirovsky pubblicato postumo nel 2004 dopo più di sessant'anni dalla sua stesura. Infatti, la scrittrice morì di tifo ad Auschwitz nel 1942 e molti anni dopo Denise Epstein, figlia dell'autrice, lesse per la prima volta i manoscritti lasciati da sua madre così si rese conto di avere tra le mani le prime due parti di un romanzo che, nella mente della scrittrice, sarebbe stato formato da cinque parti. Una volta pubblicato, il romanzo divenne subito un fenomeno editoriale tanto da spingere i produttori ad acquistarne i diritti per farne un film. Del cast fanno parte, oltre ai due protagonisti Michelle Williams e Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Ruth Wilson, Lambert Wilson e Margot Robbie.
La pellicola si focalizza su Dolce, il secondo racconto che forma il romanzo, il quale è ambientato sempre durante la Seconda guerra mondiale in un piccolo paesino alla porte di Parigi, Bussy. La storia si focalizza su Lucile Angellier (Michelle Williams) una giovane che vive con la propria suocera (Kristin Scott Thomas), una donna fredda e rigida, aspettando il ritorno del marito dalla guerra, un uomo che conosce poco e non ha mai veramente amato. Le vite degli abitanti di Bussy vengono sconvolte e stravolte dall'arrivo dell'occupazione tedesca. Tutti i soldati nazisti occupano le case dei paesani coabitando con loro. Il comandante Bruno von Falk (Matthias Schoenaerts) inizia a vivere con le due donne e non passa molto tempo da quando Lucile inizia a subire il fascino del dolce e compassionevole uomo, diverso dagli altri soldati.
Suite francese racconta un aspetto poco toccato e affrontato al cinema quando si parla di Seconda guerra mondiale. Come l'arrivo dell'invasione nazista sconvolge le vite degli abitanti che ne subiscono la presenza e come, nonostante la situazione di pericolo e di paura, si formano rapporti tra i due schieramenti opposti che vanno al di là di tutto. Non era raro all'epoca che donne francesi, una volta accolti i soldati tedeschi nelle loro case, li accogliessero anche nei loro letti, i motivi di tutto ciò potevano essere diversi ma era comunque una realtà, come lo era anche l'etichetta di marchiata che queste donne subivano poi all'interno del loro villaggio, disprezzate e mal viste da parte degli altri abitanti. Il film si concentra su una storia d'amore non tralasciando anche di mostrare altre vicende e altri punti di vista all'interno del paese di Bussy, focalizzandosi ben poco, se non per nulla, sul combattimento vero e proprio, come se tutto si svolgesse all'interno di un microcosmo a parte ed è anche questa la forza del film.
Gli attori fanno un gran lavoro, cosi come tutti gli altri della troupe, dalla regia ai costumi, dalle musiche alla fotografia, è tutto realizzato in modo preciso e accurato. Si vedono tanti film che raccontano la guerra, l'occupazione nazista, ma Suite francese è diverso, è più intimo, più delicato. Un film da vedere.