Recensione Hysteria
Recensione del film Hysteria (2011) diretto da Tanya Wexler e con protagonisti Maggie Gyllenhaal, Felicity Jones, Hugh Dancy, Rupert Everett, Jonathan Pryce, Gemma Jones.
di Giorgia Tropiano / 15.02.2012 Voto: 6/10
Hysteria, il terzo film della regista britannica Tanya Wexler, è stato presentato in concorso all’ultimo festival di Roma dove ha ottenuto una calorosa accoglienza, scatenando l’ilarità del pubblico. Ma il percorso che la pellicola ha dovuto affrontare per venire alla luce è stato tortuoso. Quando ben sette anni fa la sceneggiatrice Jonah Lisa Dyer ha presentato all’amica regista il soggetto del film è inutile dire quanto la Wexler sia rimasta subito attratta dalla storia della nascita del vibratore, essendo lei laureata in psicologia dei generi sessuali. Ma l’opera è stata realizzata solamente ora perché non si riusciva a trovare nessuno disposto a produrla.
Siamo a Londra nel 1880, in piena epoca vittoriana. Mortimer Granville (Hugh Dancy) è un giovane dottore che cerca continuamente di introdurre nuove scoperte scientifiche all’interno degli ospedali dove trova lavora, ma essendo gestiti da vecchi medici devoti alle antiche e sbagliate convinzioni, il ragazzo viene sempre licenziato. Mentre cerca un nuovo lavoro, conosce il dottor Dalrymple (Jonathan Pryce) e le sue due figlie, la dolce Emily (Felicity Jones) e la combattiva e ribelle Charlotte (Maggie Gyllenhaal). Dalrymple pratica la cura dell’isteria delle donne, molto diffusa all’epoca, facendo provare ad esse piacere fisico “manualmente”. Mortimer viene assunto e insieme al suo amico Edmund (Rupert Everett), creativo inventore, realizzerà un oggetto che sconvolgerà tutti, il vibratore appunto.
Nella più puritana delle epoche la creazione di un simile oggetto deve aver turbato, e non poco, la mentalità benpensante ed è proprio su questo che gioca la sceneggiatura del film, creando situazioni comiche a non finire. Indugiando molto sullo spiegare al giovane assistente il modo in cui destreggiarsi per “curare” le sue pazienti, il dottor Dalrymple non si risparmia certo in dimostrazioni pratiche accurate e dettagliate, così che il piacere femminile diventa il vero protagonista della pellicola o almeno di tutte le gag che scatenano le risate dello spettatore.
Fino a quando il film affronta senza censure e con coraggio un simile argomento tutto funziona ma la verità è che Hysteria non è solo questo, anzi mette in ballo più cose, diventa commedia di denuncia e cade nel romanticismo più banale alla fine. Hysteria vuole apparire come un’opera innovativa e originale ma in fondo non regala nulla di nuovo e di particolarmente interessante. Le due figure delle figlie rappresentano il correlativo oggettivo della convenzionalità messa in scena nel film: tanto Emily rispecchia perfettamente lo stereotipo della ragazza delicata, casta e pudica dell’epoca vittoriana, quanto Charlotte, invece, impersona la ragazza ribelle e combattiva, che crede nella parità dei sessi e che lotta per cambiare le cose.
La pellicola Hysteria non regala niente di nuovo in ambito cinematografico ma un paio d’ore per distrarsi, che poi è quello che interessa al pubblico ed è anche il fine del film, sono assicurate.