Vorrei sparire senza morire (2021)
Vorrei sparire senza morireUn documentario che è un'autobiografia e una lezione di cinema insieme in cui il regista emiliano parla di gioie e dolori del suo mestiere rivolgendosi alla telecamera di giovani talenti dell'Università IULM di Milano.
Racconto in prima persona dalla passione per il jazz alle esperienze di una vita di di Pupi Avati, questo docu-racconto fa conoscere più a fondo l'uomo dietro al regista de La casa dalle finestre che ridono (1976), Regalo di Natale (1986), Il cuore grande delle ragazze (2011) e Dante (film in lavorazione al momento delle riprese).
Della morte e dell'amore. A partire dal piccolo cimitero di San Leo, dove sono sepolte molte delle persone che ha amato, Pupi Avati si racconta. Un po' di cinema, un po' di musica, molta vita. Un viaggio sul filo della memoria, un percorso a ritroso tra gli affetti, i fantasmi e i ricordi di uno dei maestri del cinema italiano. Frammenti di un'autobiografia che si mescola con la storia collettiva.
"Il cinema mi ha dato moltissime gioie, ma anche tantissime sofferenze. Molte mattine andare sul set rappresenta la cosa che meno vorrei fare al mondo. E mi chiedo: ma perché io mi sto costringendo a questa scelta di vita che mi espone continuamente a questa ricerca di felicità? Perché non siamo mai definitivamente cresciuti?."
— Pupi Avati
Tra il diario intimo e la confessione filmata, Vorrei sparire senza morire è un percorso che inizia e finisce in due diversi cimiteri, passando per Bologna, il castello di Rocchetta Mattei, gli uffici romani della DueA e gli studi di Cinecittà. Il cinema, che è lo sfondo di tutto, lascia il posto a un sentimento della vita, una riflessione sulla morte, una malinconica rievocazione delle stagioni dell'amore. Con la sua calda umanità, ma anche la sua consumata autoironia, Avati si concede alla videocamera dei giovani filmmaker dell'Università IULM con una sincerità a tratti quasi commovente. E conferma di essere non solo uno dei maestri del cinema italiano, ma anche un uomo che ha vissuto il suo (e il nostro) tempo con un'immersione e una dedizione totali.
Realizzato dagli studenti di IULM Movie Lab, Vorrei sparire senza morire è un film che ambisce a superare la convenzionale attribuzione di un'opera audiovisiva alla paternità di un regista-demiurgo per rivendicare invece il suo essere un'opera collettiva, frutto della convergenza e della sinergia di più sguardi e visioni differenti. Nato da un'idea di Gianni Canova, il film ha preso corpo nelle parole e nei racconti di Pupi Avati grazie al trattamento, al coordinamento e alla produzione esecutiva di Hilary Tiscione. Nicola Baraglia e Marta Erika Antonioli hanno curato riprese e montaggio, mentre il suono in presa diretta è di Emanuele Misurina. La regia è il frutto delle discussioni appassionate che hanno coinvolto tutti costoro, assieme ad Antonio Avati e a tutti gli altri che appaiono nei titoli di coda e che hanno contribuito a vario titolo, tutti insieme appassionatamente, al risultato finale.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: DocumentarioNazione: Italia - 2021
Durata: 49 minuti
Formato: Colore
Produzione: Iulm Movie Lab, Duea Film (in collaborazione con)
Soggetto:
Nato da un'idea di Gianni Canova.
Cast e personaggi
Regia: Nicola Baraglia, Marta Erika AntonioliMontaggio: Nicola Baraglia, Marta Erika Antonioli
Cast Artistico e Ruoli:
Pupi Avati
Se stesso
Antonio Avati
Se stesso
Produttori:
Hilary Tiscione (Produttore esecutivo)
Suono in presa diretta: Emanuele Misurina.
NEWS E ARTICOLI
Eventi
Presentato tra le proiezioni speciali della diciottesima edizione delle Giornate degli Autori, il 7 settembre 2021, una sezione indipendente della 78a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
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