Napoli, primi anni '80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati.
Napoli, primi anni ’80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 1 Ottobre 2020Uscita in Italia: 01/10/2020
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2020
Durata: 100 minuti
Formato: Colore
Produzione: IBC Movie, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Note:
Film d'apertura - Fuori Concorso della 77a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Soggetto:
Dal romanzo di Domenico Starnone, per il 'New York Times' uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.
In HomeVideo: in Digitale da mercoledì 13 Gennaio 2021 e in DVD da mercoledì 20 Gennaio 2021 [scopri DVD e Blu-ray]
Cast e personaggi
Regia: Daniele LuchettiSceneggiatura: Daniele Luchetti, Domenico Starnone, Francesco Piccolo
Fotografia: Ivan Casalgrandi
Scenografia: Andrea Castorina
Montaggio: Daniele Luchetti, Ael Dallier Vega
Costumi: Massimo Cantini Parrini
Cast Artistico e Ruoli:
Produttori:
Beppe Caschetto (Produttore), Valentina Merli (Produttore associato), Misia Film (Produttore associato), Rita Rognoni (Produttore esecutivo (Oplon Film))
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NOTE DI REGIA
Dal libro al film
Quando ho letto per la prima volta LACCI di Domenico Starnone ho trovato domande che mi riguardavano e personaggi nei quali era difficile non identificarsi. Attraverso una storia familiare che dura trent’anni, due generazioni, legami che somigliano più al filo spinato che a lacci amorosi, si finisce di leggere il libro con una domanda: hai permesso alla tua vita di farsi governare dall’amore?
Le forze segrete che ci legano
Lacci è un film sulle forze segrete che ci legano. Non è solo l’amore ad unire le persone, ma anche ciò che resta quando l’amore non c’è più. Si può restare assieme per rancore, nella vergogna, nel disonore, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Lacci racconta i danni che l’amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli – peggiori – che produce quando smette di accompagnarci.
Le relazioni e il tempo in cui viviamo
È qualche tempo che, prima di tutto da spettatore, sono tornato a capire che ciò che mi interessa, nella narrazione, sono le relazioni. Per questo, ogni volta che da regista mi scopro ad affrontare questi temi, sento di non tradire ciò che è alla base della mia passione. Le relazioni, che siano più esplicitamente inserite sullo sfondo di un contesto sociale o politico, o strette in spazi privati e circoscritti, sono un modo di raccontare non semplicemente noi stessi, ma noi stessi nel tempo in cui viviamo.
Parole, parole, parole
Con Francesco Piccolo e Domenico Starnone abbiamo scritto una sceneggiatura che non aveva paura delle parole, anzi, del parlare. Per questo, girando, ho adottato un suono pulito, senza disturbi, che ricordasse il cinema classico, perché quasi tutto, nel film, passa attraverso la voce dei personaggi.
Gli attori
In questo viaggio ho voluto essere accompagnato da attori che amo. Con alcuni è stato un felice ritorno, con altri una felicissima prima volta. Li ho tormentati con la vicinanza della macchina da presa, per scavare nelle loro reazioni, e trattando i volti come paesaggi da esplorare. Un tempo pensavo che la macchina da presa fosse il centro del mio lavoro. Ora mi accorgo che ciò che riusciamo a creare nel lavoro tra testo, regista e attore capovolge le mie priorità. Non cerco la perfezione nel lavoro degli attori: cerco le smagliature, le distrazioni, una qualche verità. Dico loro, a volte, scherzando, di essere un regista imperfezionista. Il risultato che preferisco è quello imprevisto, che mi coglie di sorpresa, e questo accade quando si hanno attori aperti, che si fidano di te. Avere l’attore al centro, significa porre tenere fisso lo sguardo sulle nostre emozioni, cioè tutto ciò che abbiamo. Si raccontano le relazioni per provare a mettere ordine tra le smagliature delle nostre vite, per capirle meglio e per illuderci che possano essere comprese, accettate, risolte.
Venezia
Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi. E invece durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di celebrare tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che fare cinema potesse rivelarsi inutile, ora sa che è un bene di tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevist
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info: 01/10/2020.
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