L'effetto acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista (2016)
L'effet aquatiqueSamir si innamora a prima vista di Agathe, istruttrice di nuoto. Pur di poterle stare accanto si iscrive in piscina e in mancanza di un piano migliore chiede di essere un suo allievo, anche se sa perfettamente nuotare. Ma la sua bugia dura poco. Agathe si trasferisce in Islanda e a Saimir non resta che provare a raggiungerla.
Samir, un operatore di gru quarantenne, alto e allampanato di Montreuil, nella periferia di Parigi, si innamora di Agathe. Quando scopre che Agathe è un’istruttrice di nuoto presso una piscina locale e, non riuscendo a concepire un piano più astuto, Samir decide di prendere lezioni di nuoto da lei, anche se sa già nuotare alla perfezione. Le sue bugie reggeranno solo per tre lezioni, e Agathe non sopporta i bugiardi. La verità viene a galla e Agathe si infuria con lui. Ma la storia non finisce qui. Agathe parte per l’Islanda per un viaggio di lavoro, mettendo un oceano tra lei e Samir, ma non ha fatto i conti con i suoi sentimenti e la sua testardaggine.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: martedì 30 Agosto 2016Uscita in Italia: 30/08/2016
Prima Uscita: 29/06/2016 (Francia)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico
Nazione: Francia, Islanda - 2016
Durata: 83 minuti
Formato: Colore
Produzione: Ex Nihilo
Distribuzione: CINEMA
Box Office: Italia: 183.861 euro
Immagini
NOTE DI REGIA
Durante la prima stesura della sceneggiatura, l’idea era quella che il film ci avrebbe trasportati da un mondo acquatico ad opera dell’uomo, rappresentato dalla piscina di Montreuil, nella periferia parigina, a un mondo acquatico selvaggio, rappresentato dalle piscine termali islandesi. Volevamo che la transizione dall’universo fatto dall’uomo a quello spontaneo islandese sottolineasse il passaggio dei due protagonisti a uno stato di innamoramento. Mentre lavoravamo a questo film, io e lo sceneggiatore Jean Luc Gaget abbiamo scoperto il film La ragazza del bagno pubblico di Jerzy Skolimowski (1970) e ce ne siamo innamorati. È partito tutto da qui. Il film, ambientato in una piscina, affronta lo stato di agitazione che a volte si prova in questi “luoghi d’acqua”. Era proprio questa agitazione che ci interessava esplorare con il film, perché le piscine sono posti molto particolari, luoghi senza tempo che mettono insieme persone molto diverse tra loro, le cui motivazioni possono sembrare misteriose. La voluttà dell’acqua, l’umidità che penetra, i pavimenti scivolosi, quel torpore difficile da descrivere, i rituali sempre uguali a sé stessi: le piscine riescono a esercitare uno strano effetto su alcuni di noi. In piscina ci si va soprattutto per nuotare, ma poi lì si trovano desideri meno semplici da ammettere a sé stessi. Le piscine sono luoghi molto democratici, perché i simboli di appartenenza, sociali o religiosi che siano, scompaiono dietro a un costume aderente. Si tratta comunque di uno spazio nel quale le lotte di potere avvengono senza alcun sotterfugio, uno spazio nel quale è possibile sentire l’eco del mondo moderno. Seguendo i due personaggi e la loro ricerca dell’amore appassionato, volevamo delineare il ritratto di una tribù strana, ben nota e spesso divertente: quella degli istruttori di nuoto. Volevamo fondere la satira con la commedia romantica e raggiungere l’armonia tra due fonti d’ispirazione spesso contraddittorie e talvolta dissonanti. Naturalmente, come avviene per la cucina e l’amore, sono le dosi la chiave di tutto. Quello della commedia è un percorso lungo e tempestato di dubbi a causa del lasso di tempo di uno o due anni tra le riprese e la reazione che il pubblico cinematografico avrà o non avrà a una scena girata qualche tempo prima. Pur non essendo una regola infallibile, questa esperienza mi ha insegnato a comprendere con più facilità cosa significhi un buon equilibrio tra realismo, commedia, satira ed emozioni. Infine, L’effetto acquatico rappresenta il mio più profondo desiderio di ritrovare l’energia tipica del mio paese d’origine, l’Islanda, e lasciare i personaggi in grandi spazi aperti, così che possano affrontare gli elementi naturali e vivere una storia divertente e commovente. Dal film emerge lo stesso desiderio che caratterizzava le mie due commedie precedenti (Back Soon del 2008 e Queen of Montreuil del 2012): quello di accompagnare attori e “non attori”, francesi, islandesi e anche palestinesi, attraverso avventure un po’ folli che iniziano con una sceneggiatura ben scritta che lascia spazio a verità e improvvisazione”
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