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Film

5 film di Patricio Guzmán al cinema a 50 anni dal golpe militare in Cile

Tornano in sala cinque lungometraggi del maestro del cinema cileno Patricio Guzmán. Non solo 'Cile - Il mio Paese immaginario', ma anche altri quattro imperdibili: Salvador Allende, Nostalgia della Luce, La Memoria dell'acqua, La Cordigliera dei sogni.

Patricio Guzmán arriva nelle sale cinematografiche italiane con le sue opere di grande impatto e che esaminano e narrano la storia del suo Paese, non solo colpito dalla guerra civile negli anni Settanta, ma testimone di atrocità e stravolgimenti difficili solo da immaginare. Il cineasta, noto per aver diretto tre documentari di importanza internazionale, torna in sala con il suo ultimo lavoro, Mi país imaginario, tradotto in italiano, Cile – Il mio Paese immaginario.

Arriva in sala Cile – Il mio Paese immaginario di Patricio Guzmán

Lunedì 11 settembre, in occasione del cinquantesimo anniversario del colpo di Stato a Santiago del Cile, grazie a Zalab in collaborazione con I Wonder e con il patrocinio dell’Ambasciata del Cile in Italia, arriva nei cinema italiani l’opera di Patricio Guzmán, Cile – Il mio Paese immaginario. Il regista non solo sarà protagonista di questa uscita, ma anche di altre quattro da lui stesso create e dedicate sempre alla nazione sudamericana.

La pellicola in questione è stata presentata Fuori Concorso alla 75esima edizione del Festival di Cannes ed è il racconto delle donne che sono state testimoni in prima persona delle proteste sociali svoltesi nel 2019, in cui migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare la loro voglia di democrazia e richiedere una costituzione nuova.

È anche l’occasione, come già accennato, di ricordare l’11 settembre del 1973, quando con un colpo di Stato l’esercito cileno fece deporre il presidente della nazione eletto democraticamente, nonché il primo marxista dichiarato, mettendo al suo posto Augusto Pinochet, poi diventato uno dei dittatori più sanguinosi della storia moderna.

Allende, secondo la figlia Isabel, nota scrittrice, e secondo molti storici, si suicidò in seguito all’attacco prolungato alle sedi presidenziali, ma in molti sono ancora convinti che sia stato ammazzato da militari golpisti. L’esercito del Paese sudamericano era sostenuto segretamente non solo dalla CIA, ma anche dall’intera amministrazione del governo statunitense Nixon.

Pinochet avrebbe governato per i successivi 17 anni, fino al 1990, rendendosi responsabile di crimini contro l’umanità. Il generale prese il potere facendo uccidere tra 1.200 e 3.200 oppositori, torturando tra le 30.000 e le 120.000 persone a lui contrarie e mandando in esilio o facendo internare tra i 80.000 e i 600.000 cittadini.

Il militare dovette venire poi a patti con il referendum popolare del 1988, spinto e voluto dalle altre potenze straniere, con il quale i cileni decisero di estrometterlo dal governo con il 56% dei voti. Pinochet dovette quindi acconsentire a libere elezioni nel 1989, che lo costrinsero a lasciare la presidenza nel 1990: nonostante questo risultato, rimase però nelle forze armate fino al 1998. Per i suoi crimini, il generale non venne mai incarcerato: benché arrestato dal Regno Unito, scampò al carcere per motivi di salute, morendo poi nel 2006.

Patricio Guzmán, gli altri quattro film in sala del regista cileno

Oltre al già citato film Cile – Il mio Paese immaginario, Guzmán sarà protagonista di altre quattro pellicole che verranno proiettate nei cinema italiani a partire dall’11 settembre. I film hanno lo scopo di far riflettere gli spettatori sulla democrazia, dando testimonianza di quanto successo nel Paese sudamericano.

La Cordigliera dei Sogni (2019) è un viaggio sulle montagne del Cile che si fonde inesorabilmente con il ricordo terribile della dittatura di Pinochet, con testimonianze degli abitanti del territorio selvaggio cileno.
La Memoria dell’acqua (2015) vede protagonisti un bottone di madreperla e il fondo del mare: saranno questi i due elementi che porteranno sulle tracce dei desaparecidos di Villa Grimaldi a Santiago del Cile, tra ricordi della dittatura militare e ciò che resta dei Selknams, i nativi sudamericani ammazzati senza pietà dai colonizzatori.
Nostalgia della Luce (2010) è ambientato ad Atacama, dove si trovano i più potenti telescopi al mondo. Qui convergono molti archeologi, intenzionati a trovare tracce delle popolazioni precolombiane, in modo da poter arricchire le loro ricerche. Ma non sono i soli: anche numerose famiglie di desaparecidos massacrati da Pinochet cercano con disperazione i resti dei loro cari.
Infine, Salvador Allende è un film dedicato alla figura del presidente cileno scomparso nel 1973. Il racconto di Allende parte proprio dall’11 settembre 1973, quando la sede presidenziale venne bombardata senza pietà dalle forze di Pinochet, portandolo a una tragica morte.

Nato nel 1941 a Santiago del Cile e dopo aver studiato all’Official School of Film Art di Madrid, Patricio Guzmán ha iniziato ad occuparsi di documentari e dal 1972 al 1979 ha diretto La Battaglia del Cile, una trilogia della durata di più di 5 ore basata sul governo di Salvador Allende e sui sanguinosi fatti che ne sono seguiti. In seguito all’ascesa al potere di Augusto Pinochet, il regista è stato arrestato, trascorrendo due settimane nello stadio di Santiago del Cile, venendo sottoposto a diverse torture, incluse finte esecuzioni. Dopo aver lasciato il suo Paese nel 1973, si è trasferito dapprima a Cuba, per poi andare in Spagna e Francia.  Oggi, il regista continua a occuparsi di cinema, a 82 anni, e a professare e sperare in un futuro migliore per la sua adorata patria: “Auguro al Cile di essere una casa in cui tutti, a cominciare dai più fragili, trovino posto” ha detto durante un’intervista rilasciata ad Avvenire nei giorni scorsi.

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