12 Anni Schiavo
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12 Anni Schiavo: Video-intervista a Steve McQueen


Video intervista a Steve McQueen, il regista del film 12 Anni Schiavo, tratto dalla storia vera di un uomo e della sua battaglia per la sopravvivenza e la libertà.

Vi presentiamo una nuova featurette di 12 Anni Schiavo con l'intervista sottotitolata in italiano fatta a Steve McQueen, il regista del film tratto dalla storia vera di un uomo e della sua battaglia per la sopravvivenza e la libertà, che uscirà al cinema dal 20 febbraio distribuito da BiM.

"Essendo vissuto da uomo libero per oltre trent'anni, durante i quali ho goduto del bene prezioso della libertà in uno stato libero, ed essendo poi stato rapito e venduto come schiavo – condizione in cui sono rimasto fino alla mia liberazione avvenuta nel gennaio del 1853, dopo dodici anni di schiavitù – qualcuno ha ritenuto che la storia della mia vita e delle mie tribolazioni non sarebbe stata del tutto priva di interesse per il pubblico". Solomon Northup

Stati Uniti. Negli anni che hanno preceduto la guerra civile americana, Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), un nero nato libero nel nord dello stato di New York, viene rapito e venduto come schiavo. Misurandosi tutti i giorni con la più feroce crudeltà (impersonificata dal perfido mercante di schiavi interpretato da Michael Fassbender) ma anche con gesti di inaspettata gentilezza, Solomon si sforza di sopravvivere senza perdere la sua dignità. Nel dodicesimo anno della sua odissea, l'incontro con un abolizionista canadese (Brad Pitt) cambierà per sempre la sua vita.

Quando nel 1853 fu pubblicato, il libro 12 Years A Slave, in cui Solomon Northup raccontava (a David Wilson) i dodici anni trascorsi in schiavitù in diverse piantagioni della Louisiana, divenne subito un best seller. Era un libro che oltre a documentare per la prima volta la vita quotidiana degli schiavi e a spiegare che cosa significasse essere proprietà di qualcuno, offriva anche un quadro complesso dell'impatto morale, emotivo e spirituale che la schiavitù – la cosiddetta peculiar institution – esercitava su tutte le persone coinvolte: dagli schiavi che provenivano da paesi diversi, ai padroni. Ma soprattutto era una testimonianza della tenacia umana. Scritto un anno dopo la "liberazione" di Northup, e nove anni prima della guerra civile, il libro divenne un elemento chiave nel successivo dibattito sul futuro della schiavitù, perché contraddiceva il quadro idilliaco che ne proponevano gli schiavisti. Lo stesso Northup disse che raccontando la sua storia e la varietà di personaggi e comportamenti incontrati nelle piantagioni voleva prima di tutto offrire una testimonianza diretta della schiavitù, così come l'aveva vista e vissuta in prima persona.

McQueen ha scelto di affidare l'adattamento del libro al romanziere e sceneggiatore John Ridley, il quale si è subito innamorato di quella che fin dall'inizio non gli è sembrata solo la cronaca di un'esperienza drammatica, ma una vera e propria odissea: un viaggio lungo, tormentato e pieno di colpi di scena, al centro del quale c'è la perseveranza di un uomo determinato a tornare dai suoi cari. "Mi è sempre sembrata l'odissea di un uomo che cerca disperatamente di ritornare a casa. Oggi, chiunque potrebbe salire su un aereo e andare da New York alla Louisiana, e ritorno, in un battibaleno. Ma se pensiamo a quel periodo, era una distanza fisica ed emotiva incolmabile per un uomo che oltre a tornare a casa voleva anche riprendersi i suoi diritti e la sua dignità. Questa è la storia di un viaggio infinito, nel corso del quale Solomon Northup arriva a capire quello che molti di noi danno per scontato: il privilegio di essere un americano libero", spiega Ridley.

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